AROMATERAPIA – la guida essenziale

La fitoaromaterapia è una delle più antiche terapie al mondo. Conosciuta sin dai tempi degli aborigeni australiani, i quali utilizzavano le piante aromatiche come sistemi rudimentali di fumigazione e cataplasmi. Negli anni ’30 si parlò per la prima volta di aromaterapia grazie al farmacista francese René Maurice Gattefossé che descrisse l’uso degli oli essenziali, derivati da piante aromatiche, per trattare patologie e migliorare la salute ed il benessere. Si tratta infatti di una medicina complementare a quella allopatica. Delle circa 800.000 specie vegetali presenti in natura solamente il 10% ha capacità curative d’interesse e può essere utilizzata sotto forma di olio essenziale (la cui produzione è stata trattata nell’articolo ‘idrolati’). Ma anche nel caso dell’olio essenziale bisogna tener conto del periodo di raccolta della pianta, dell’anno, della zona.. perché va ad influenzare la composizione stessa e quindi le sue proprietà. Questo è quello che viene chiamato ‘chemiotipo’. Per alcuni tipi di oli non viene impiegata la distillazione in corrente di vapore a bassa pressione ma la spremitura a freddo. In tal caso viene chiamato ‘essenza’.

Come riconoscere un olio essenziale di qualità

Un olio essenziale di qualità deve rispondere a numerosi criteri, tra cui: la certificazione botanica delle piante impiegate con relativo nome latina di identificazione, la precisazione della parte di pianta utilizzata per la produzione dell’olio essenziale, il chemiotipo, l’origine geografica, le modalità di coltivazione, la fase di sviluppo botanico e le modalità di estrazione (distillazione, percolazione, idrodistillazione, spremitura).

Lettura dell’etichetta

olio essenziale
  • Natura del prodotto: olio essenziale
  • BIO: proveniente da agricoltura biologica certificata
  • Nome latino
  • CT: olio essenziale chemiotipizzato, ossia definito dal punto di vista botanico e chimico
  • Nome comune
  • Organo distillato

La conservazione degli oli essenziali è rigorosamente in flaconi di vetro scuro ermetici, in quanto molto volatili. Dopo l’apertura è possibile conservarlo per 5 anni se olio essenziale, 3 anni se essenza.

Precauzioni per l’uso

Ogni sostanza attiva ha la sua posologia che deve essere rispettata per non renderla tossica. Nel caso di oli essenziali e affini è bene seguire delle linee guida precauzionali, quali: test per le allergie, uso in gravidanza e per bambini sotto i 6 anni solo sotto consiglio medico, lavare sempre le mani dopo l’applicazione, mai usarli per via endovenosa o intramuscolare, mai usarli nelle zone anogenitali/condotti uditivi/naso, nel caso di reazione cutanea o accidentale assorbimento è bene diluirlo subito con un olio grasso (oliva, girasole) e rivolgersi al centro antiveleni.

Modalità di impiego

Gli oli essenziali possono essere utilizzati principalmente in tre modi:

  • VIA OLFATTIVA o OLFATTOTERAPIA – si può inalare mettendo le mani a coppa, per diffusione, con stick inalatore o dal flacone stesso. Anche in questo caso non tutti gli oli sono adatti a questo tipo di impiego, è necessario valutare il tipo di diffusione a seconda delle esigenze e della pianta in esame;
  • APPLICAZIONE CUTANEA – la via cutanea in corrispondenza dell’organo bersaglio è la metodologia più efficace e sicura per l’uso. E’ quindi la metodologia da privilegiare. Per prevenire eventuali irritazioni, data l’elevata attività del prodotto, è possibile diluire l’olio essenziale con un olio vegetale vergine, possibilmente spremuto a freddo e biologico. (fare molta attenzione a non applicare oli fotosensibili prima dell’esposizione al sole);
  • VIA ORALE/SUBLINGUALE – in questo caso è necessario diluire il prodotto per attenuarne il sapore ed evitare il sovradosaggio. La diluizione può essere fatta in olio vegetale, miele, zolletta di zucchero, yogurt, compressa neutra..

Infine esiste anche la possibilità di acquistare le sinergie di più oli essenziali ovvero delle miscele studiate per contrastare disturbi mirati e generalmente sono reperibili sotto forma farmaceutica di perle.

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